Una casa per i bambini….
Alcuni anni fa, recandoci in Nigeria, siamo venute a conoscenza della situazione di diversi bambini che vivevano in carcere, in condizioni tremende. Succede, in effetti, che per una minima cosa, la mamma viene arrestata e incarcerata e, se nessuno può occuparsi dei suoi figli, questi devono seguirla… Le mamme, non avendo possibilità di prendere un avvocato per difendersi, rimangono lì per lungo tempo in carcere sicché si trovano bambini di pochi giorni che crescono senza istruzione, senza cure, senza igiene, in stato di denutrizione.
Interpellate da questa situazione drammatica, si è aperta la “Casa Famiglia Victorine”, per accoglierli durante il tempo d’incarcerazione della mamma. Un avvocato si è offerto per difenderle gratuitamente e, all’uscita del carcere, la comunità le aiuta a trovare un piccolo lavoro ed a riunire la famiglia.
E’ stata ristrutturata una casetta accanto a quella della comunità e rapidamente, a questi piccoli, si sono aggiunti altri bambini in gravi difficoltà:
David la cui mamma è morta durante il parto… E’ stato il primo bambino accolto, ora ha 11 anni ed è un bel bambino.
Tre gemellini sotto peso, Davy, Widson e Jude, abbandonati dal padre con la mamma sola e malata… Avevano pochi giorni al loro arrivo, ora sono cresciuti e qualche mese fa sono ritornati con la mamma, sempre aiutata dalla comunità.
Emmanuela 5 mesi, è arrivata appena nata, la mamma è morta durante il parto e il padre, molto giovane, non può occuparsene.
Clemente, con una mamma malata mentale che l’aveva immerso nell’acqua bollente (è arrivato in gravi condizioni, aveva 6 mesi. Ora è un bel maschietto di sei anni.
Wisdom, arrivato a 18 mesi, denutrito e maltrattato in famiglia, al suo arrivo nella “Casa Victorine” non camminava, ora è un bel bambino di 8 anni molto vivace.
WinnyMary aveva 8 mesi… Al suo arrivo è stato necessario farle trasfusioni di sangue. Ora ha sette anni è una bambina sveglia e vivace.
Dominic, Mercy e Chinaza di un anno, Isaac di 2 e tanti altri… Tutti con situazioni di sofferenza.
La comunità si impegna a mantenere contatto con la famiglia di origine, quando esiste e, se le difficoltà si risolvono, i bambini possono raggiungere il nucleo familiare. Qualcuno è stato adottato.