È stata una visita breve ma intensa e, mentre ci troviamo nuovamente immerse nella quotidianità, la mente e il cuore sono ancora lì in mezzo a questo popolo e sentiamo risuonare canti, tam tam, musica… Le immagini si succedono: sono villaggi immersi nella foresta, donne con pesanti fardelli che sperano di poter vendere qualcosa nel mercato più vicino, strade impraticabili dove, per percorrere 5 km tra Ketti e Takalafia, abbiamo impiegato un’ora e mezza attraversando con la jeep corsi d’acqua e facendo un vero slalom, nella stagione delle piogge l’accesso a tanti villaggi è alquanto difficile. Sono volti di bambini dagli occhi spalancati, sorridenti con un piatto di riso in mano oppure stretti sui banchi della scuola dove, malgrado il caldo afoso, cercano di concentrarsi per poter, più tardi, inserirsi in una società che finora li ha totalmente ignorati. Due gemellini, salvati in extremis quando erano piccoli, hanno iniziato la scuola primaria e la mamma, prima diffidente verso le suore e discepola degli stregoni, ora è felice ed è diventata una collaboratrice assidua della missione. Poi c’è la “Casa Victorine” accanto all’abitazione della comunità, sono 18 bimbi da 5 mesi a 11 anni, diversi hanno perso la mamma durante il parto, per altri le famiglie non sono in condizione di occuparsene. E malgrado le condizioni di vita così difficili per tutti, la gioia non manca! E’ per noi una grande lezione di vita!